16. Localizzazione di Aitna - Inessa

Inserito in: gchisari@Mar, 14/10/2008 - 22:22 — modificato Mer, 15/10/2008 - 14:39

La situazione topografica di fig. n. 1, chiaramente riferita ai secoli in cui la colonizzazione greca era già avviata – la fondazione di Naxos è dell’anno 726 a.C., quella di Katane di un decennio più tarda – si hanno conferme storiche ormai fuori discussione.
Della situazione precedente alla colonizzazione greca si hanno notizie meno certe. Gli studi e gli approfondimenti illuminano piano piano quei periodi meno noti e meno conosciuti.
Da queste fasi della vita siciliana noi incominciamo a parlare, con l’intenzione di suscitare interesse e attenzione.
La domanda che numerosi archeologi si sono posta in tempi diversi ha cercato di evidenziare la formazione della vita sociale nei primi tempi in cui l’uomo è arrivato sul suolo isolano.
La posizione geografica della Sicilia, posta nel mezzo del Mare Mediterraneo, è tale che, chi naviga da una parte all’altra di questo bacino, vi inciampa senza scampo. 
In tempi più remoti, ipotizzano alcuni studiosi, l’isola era collegata con la costa africana e appare certa, secondo loro, - dai resti fossili reperiti in tempi e luoghi diversi – che i primi uomini, e anche alcuni animali, passarono a piedi dal continente africano a quello europeo.
Altri studiosi, in tempi più recenti, sostengono che il collegamento tra Africa e Sicilia non sia mai emerso dalle acque del Mediterraneo, il cui livello non si è mai abbassato a sufficienza e pertanto gli uomini dall’Africa siano migrati in Europa via terra, spostandosi dall’Est, in particolare dall’Egeo e dall’Anatolia, verso Ovest.
Successivamente i gruppi umani più o meno numerosi possono essersi spostati nell’isola sia via terra, attraversando i territori a nord, e anche via mare, dall’Oriente, costeggiando la terra emersa, avvalendosi del progresso dei mezzi di navigazione.

Fig. n. 22. Il pannello esposto nel Museo di Adrano evidenzia i siti archeologici dove sono stati rinvenuti reperti risalenti all’età del rame (3400 – 2200 a. C.). La grotta del Vecchiuzzo si trova sulle Madonie.

Le grotte prodotte dallo scorrimento della lava offrivano ricovero e riparo a quanti si spingevano sui fianchi del vulcano. Altre grotte e altri ripari, capanne e ricoveri in ramaglia, tetti di paglia e quanto altro offerto dalla natura hanno costituito le basi di quanti si aggiravano per queste zone, per la caccia e per la ricerca di frutta e radici, per il recupero di quanto ritenuto utile alla vita. 
La ricerca delle sorgenti e dei luoghi adatti al soggiorno prolungato di singoli, di famiglie e di gruppi omogenei doveva incitare allo spostamento e alla migrazione. Il successo nel raggiungimento dell’obiettivo costituiva motivo di soddisfazione e di festa della comunità.

 

Fig. n. 23: pubblicata su “La Sicilia prima dei Greci”, di Luigi Bernabò Brea, pag. 96, indica i luoghi dove sono stati identificati segni archeologici dell’età del bronzo antico (dal 2200 al 1400 a. C.)