La pompa di calore e l'ecologia

Inserito in: mchisari@Dom, 03/04/2005 - 17:00 — modificato Ven, 17/02/2006 - 17:02

La pompa di calore è ecologica. Il fatto di poterci riscaldare non con il solo bruciare combustibili, ma utilizzando il calore già presente nell'aria più una ridotta quantità di elettricità, significa globalmente ridurre la quantità di calore riversata nell'atmosfera, consumare meno, e non inquinare l'aria delle nostre città. È vero che, per produrre l'elettricità, la centrale elettrica brucia sempre petrolio, ma lo fa in un impianto più grande e quindi più efficiente, costantemente sotto controllo e comunque in quantità inferiore; inoltre lo fa lontano dalle nostre già fin troppo inquinate città. È vero che, producendo elettricità lontano dal punto di utilizzo, una parte di questa va dispersa nell'impianto di distribuzione; ma si tratta di una quota inferiore al 5%, ovvero molto meno della maggiore efficienza della pompa di calore.

C'è poi da considerare che la rapidità con cui la pompa di calore riscalda gli ambienti consente di accenderla solo quando serve veramente; è l'ideale per la seconda casa al mare.

Un discorso a parte merita il problema del buco dell'ozono; le pompe di calore contengono infatti clorofluorocarburi (i famosi CFC) che nuocciono allo strato di ozono. Per fortuna, già da qualche anno i dannosissimi CFC di vecchia formulazione non sono più utilizzati sulle macchine di nuova produzione; il fluido più usato del momento è l'R22, che, pur essendo molto meno dannoso, non è del tutto innocuo. È già pronta una gamma di fluidi per sostituirlo, ma ognuno di essi è inferiore all'R22 in qualche caratteristica. Speriamo che i costruttori riescano a studiare le pompe di calore del nuovo decennio con prestazioni non inferiori alle attuali, o addirittura superiori...

Insomma, sono fermamente convinto che, utilizzando una pompa di calore, si rispetti l'ambiente. A patto di non esagerare troppo con l'aria condizionata... D'estate una temperatura di 25/27 gradi dovrebbe essere già sufficiente a garantire un comfort adeguato.

cos'è ecologico?

Commento di Alessandro (non verificato) @ Mar, 02/09/2008 - 19:21

Sempre molto difficile definire qualcosa come "ecologico". Quello che scrivi sulla bontà delle pompe di calore può essere vero solo per macchine con prestazioni elevate. il confronto si potrebbe fare con una caldaia a metano (dove non si brucia petrolio!): qui i rendimenti stanno migliorando, nel tempo, verso il 90% mentre l'efficienza di una termoelettrica che non faccia teleriscaldamento è del 40% circa. Ma il punto, più che altro, è che per riscaldare abbiamo anche altre possibilità (es biomasse) e per evitare il caldo si possono usare sistemi passivi e la ventilazione. Se aumentiamo la nostra dipendenza dal vettore elettrico invece sarà più difficile poi cambiare tecnologia, specie in ambiente domestico.

Certo che le nostre città sono inquinate in buona parte dalle emissioni delle caldaie, ma più intensamente dal traffico (e a causa della densità abitativa). Inoltre le emissioni dovute al riscaldamento diminuiranno se si mette in atto l'efficienza energetica negli edifici, nuovi e vecchi.

Sono d'accordo che la pompa di calore sia utile in ambienti/abitazioni di utilizzo non frequente (sperando che siano pochi visto che tanta gente non ne ha neanche una di casa). Al contrario il risparmio energetico in ambienti utilizzati per l'intera stagione invernale prevede impianti ad elevata inerzia, quindi lenti (es pavimento radiante).

PS le perdite della rete elttrica nazionale sono fra il 6 e il 7%..

grazie del tuo lavoro!

Alessandro

Ecologico

Commento di mchisari @ Mar, 14/10/2008 - 12:17

È giusto, se parliamo di PdC elettriche l'"ecologicità" c'è solo se hanno un rendimento non troppo basso. Se ipotizziamo un rendimento (HSPF) pari a circa 3, ossia un valore del tutto realistico, vuol dire che:

  • Se uso una normale caldaia a gas, per ottenere 1 unità di calore devo bruciare circa 1,1 di combustibile;
  • Se uso una PdC elettrica, per la stessa unità di calore consumo circa 0,33 di energia, ossia, con un rendimento del 40%, 0,825 di combustibile in centrale.

Anche se aggiungiamo una perdita della rete del 6-7% la PdC resta lievemente in vantaggio. In commercio ci sono molti sistemi con rendimenti ben maggiori di 3, e ci sono ampi margini di miglioramento (basta vedere i passi avanti fatti con i frigoriferi), ma si trovano ancora impianti con rendimenti inferiori. Sarebbe quindi auspicabile che, da noi come già fatto negli USA, fosse imposto per legge un minimo rendimento per le PdC, visto che la loro diffusione è ormai notevole.

Non ho fatto differenze tra petrolio e gas, perchè entrambi sono usati nelle centrali elettriche, generano CO2 e sono destinati ad esaurirsi; ma in effetti si potrebbero fare dei distinguo. C'è anche da dire che le centrali elettriche a gas a ciclo combinato possono raggiungere il 55-60% di rendimento. Sinceramente speravo che questa tecnologia fosse quella impiegata sulla maggioranza delle centrali in esercizio, ma mi accorgo che probabilmente non è così. Però in futuro questa tecnologia aumenterebbe il vantaggio delle PdC.

Pannelli radianti ed efficienza energetica sono tecnologie assolutamente da perseguire, ma non sono affatto in alternativa alle PdC. Senza contare che è già possibile realizzare PdC che non usano elettricità: di recente la Metro di Roma Pescaccio ha realizzato un impianto di condizionamento di grandi dimensioni alimentato da pannelli solari TERMICI. Pare che stiano per arrivare sul mercato nuove PdC "ad assorbimento" (ossia alimentate a calore e non ad elettricità) che si preannunciano davvero interessanti. Inoltre le PdC che utilizzano il calore del terreno sono sempre meno difficili da trovare.

La mia sensazione è che il settore energetico (quello "alternativo" in particolare) nei prossimi anni ci riserverà molte sorprese, e che la PdC avrà in questo un ruolo di primo piano; ovviamente, sempre che nel frattempo la crisi petrolifera non ci travolga...

Mc.