Siamo realistici: quello che abbiamo appena visto è un metodo che, se può andare bene per un grosso edificio, è veramente sproporzionato per un normale appartamento. Un professionista, per fare questo calcolo, difficilmente potrà chiedere meno di 500 Euro, il che spesso supererà il 10% del costo dell'impianto. Io l'ho fatto, per divertirmi, ma vi assicuro che è tutt'altro che spedito.
Vediamo quindi cosa, realisticamente, succede nella pratica: chiamiamo un installatore per farci fare un preventivo di un impianto individuale a pompa di calore. Arriva il “preventivista”, o il titolare, o il “factotum” di turno, prende qualche misura (numero e dimensioni delle stanze, altezza del soffitto), a volte nemmeno quella, e dopo qualche giorno ci fa avere un "progetto" con tutte le potenze delle apparecchiature necessarie, ed il relativo costo. È un genio? Ha un metodo di calcolo rivoluzionario? Ovviamente no. Non ha fatto altro che applicare una semplicissima formula "a spanne", che permette di calcolare con una certa approssimazione la capacità necessaria. Il metodo è semplicissimo: per ogni metro cubo da climatizzare occorrono 30 kcalorie/ora in riscaldamento, e 25 kcalorie/ora in raffreddamento. Ad esempio, per una stanza di dimensioni 4x5 metri ed alta 3, la capacità necessaria è di (4x5)x3x30= 1800 kcal/h, ovvero circa 7000 BTU in riscaldamento, e 1500 kcal/h (6000 BTU) in raffreddamento. Installando un sistema con capacità di poco superiore si è ragionevolmente sicuri di non soffrire né il caldo né il freddo; di quanto conviene tenersi sopra, un installatore con un minimo d'esperienza lo valuta dando un'occhiata allo spessore delle pareti ed alle dimensioni delle finestre. Semplice ed efficace, vero? In questo modo ci si risparmia una quantità impressionante di calcoli, misure e rilievi; però non fatevi imbrogliare: un vero progetto è tutta un'altra cosa! Notate infatti che non abbiamo minimamente preso in considerazione né quanto è isolata la casa, né che temperatura farà fuori; in queste condizioni è praticamente impossibile fare confronti sulla convenienza di un tipo di impianto rispetto agli altri. Se portate l'installatore in una città che non è quella dove lavora normalmente, con un clima diverso, le sue valutazioni "per esperienza" saranno fatalmente sballate... E, se è obbligatorio il progetto (cioè, lo ricordo, praticamente sempre), non possiamo certo presentare un calcolo fatto in questo modo...
A proposito di quest'ultimo, faccio anche notare che, sebbene il progetto sia necessario, secondo il DPR 412/93, in tutti i casi di ristrutturazione di impianti anche individuali, in realtà la stragrande maggioranza dei comuni per questi ultimi non fa alcun alcuna pressione per averlo, né effettua alcun controllo. In sostanza, se interrogate il vostro comune per iscritto vi dirà che dovete presentare il progetto, se lo fate “de visu” vi pregheranno di non farlo. Ed in realtà la legge appare decisamente sproporzionata su questo punto: il progetto di un impianto individuale non è molto più semplice di quello di un palazzo, e finisce quindi per costare una percentuale molto rilevante dell'intero impianto!
Il mio consiglio è quindi il seguente: se l'impianto a pompa di calore che volete realizzare non è canalizzato, non preoccupatevi del progetto; quello che potreste risparmiare sull'impianto quasi mai coprirà il costo del progetto stesso, ed eventuali errori di dimensionamento saranno automaticamente compensati dalle capacità di regolazione automatica in ciascun locale.
Se invece dovete realizzare un impianto canalizzato, il dimensionamento è molto importante per garantire silenziosità e temperatura costante in tutti i locali, ed allora, se non siete in grado di fare da soli, vi conviene chiedere l'aiuto di un progettista o quantomeno di un installatore veramente serio. In questo secondo caso, fatevi mostrare i calcoli che ha fatto: controllate che sia stato valutata perlomeno la superficie delle pareti esterne, e del pavimento o soffitto se siete al piano terra o all'ultimo piano; che sia stata verificata la portata delle bocchette e la velocità dell'aria; che sia stato previsto un sistema di ripresa dell'aria. Se ha semplicemente moltiplicato il volume per i dati di cui sopra, scartatelo senza pensarci sopra: state rischiando svariati milioni per morire di caldo o di freddo, o anche tutti e due in stanze diverse...
Tenete poi presente che, nella maggioranza dei casi, il vostro progetto, se fatto coscienziosamente e con l'ausilio di una metodologia seria, perdendoci tutto il tempo (giorni!) che serve, sarà alla fine migliore di quello di quasi tutti i "praticoni", non vi farà certamente soffrire né il caldo né il freddo, e possibilmente vi consentirà di risparmiare sulla potenza necessaria e quindi sull'acquisto e la gestione.
Se vogliamo essere poi sofistici, conviene effettuare un controllo sul volume d'aria trattato; occorre infatti che l'impianto sia in grado di trattare un minimo di 3 volumi d'aria l'ora, possibilmente anche 6. Questo vuol dire che, per la stanza di cui sopra, che ha un volume di 60 metri cubi, occorre un'unità interna in grado di trattare un minimo di 180, possibilmente 360 metri cubi l'ora. La capacità del ventilatore è sempre indicata nelle caratteristiche della pompa di calore o condizionatore. Attenzione a non confondere la capacità dell'unità esterna con quella dell'unità interna (spesso sono indicate tutt'e due): ovviamente è quest'ultima a essere importante. Nel caso di locali adiacenti anch'essi da riscaldare, considerate pure questi nel calcolo (sia del riscaldamento che del ricambio d'aria).
Come ultima nota, ricordo che la pompa di calore consuma molta elettricità, e quindi è in grado di mettere in difficoltà gli impianti casalinghi non realizzati a regola d'arte. È quanto mai opportuno ricontrollare o far ricontrollare l'impianto da un elettricista. Assolutamente vietati i fili scoperti o attorcigliati insieme alla meno peggio, e quelli troppo sottili. Sarebbe opportuno che i fili provenienti dal contatore abbiano sezione di almeno 4 millimetri quadrati (per 3,5 kW di potenza), e comunque il filo che alimenta l'apparecchio non deve mai scendere sotto i 2,5 millimetri quadrati. Se il rifacimento dell'impianto ha un costo, considerate che con un impianto senza dispersioni risparmierete decine di Euro l'anno di bolletta, senza contare il rischio di incendi e di folgorazioni...