Non è uno scherzo, potete assicurarvene di persona. Fate una passeggiata all'Abbazia delle Tre Fontane, via Laurentina, località EUR.
Recatevi nella Chiesa del Martirio di S. Paolo, opera dell'architetto Della Porta,sul logo dove la tradizione ritiene che l'Apostolo sia stato decapitato e dove la sua testa, staccata dal corpo, cadendo ebbe a rimbalzare tre volte sul terreno. Lì dove toccò terra, sgorgarono tre polle di acqua che, fino a qualche decennio addietro, si vedevano ancora ruscellare sotto gli altari eretti nella chiesa in discorso. Ora sono asciutte e inaridite, non è chiaro se per mano di qualche frate o per eventi climatico-ambientali oppure per altri motivi non resi noti.
In questo edificio, commissionato da un cardinale Aldobrandini, si vedono alcuni bellissimi oggetti:
- un mosaico di epoca romana assai gradevole, dove si vedono dei volti di persone che raffigurano le stagioni dell'anno;
- altri mosaici che fanno vedere dei tappeti multicolori con un intreccio a stuoie vegetali;
- la copia di un quadro di Guido Reni che immagina la crocifissione di San Pietro;
- un altro quadro cinquecentesco con il martirio di San Paolo;
- le sei vetrate multicolori (m. 1 x m. 2) che si possono ammirare lungo le navate all'ingresso e nel transetto. Le vetrate effigiano: Papa Clemente V, papa
Clemente VIII, papa Anastasio IV, papa Eugenio III, San Paolo Apostolo e papa Giovanni XX.
Il fatto è che mai un papa Giovanni XX risulta essere stato eletto e consacrato. Troviamo elencato un papa Giovanni XIX in carica dal 1024 al 1032, un papa Giovanni XXI in carica dal 1276 al 1277.
È chiaro che qualcuno nel montare la vetrata di cui si parla si è distratto, e pensava ad altro anche chi ha costruito la vetrata e anche coloro i quali hanno nei secoli guardato la vetrata avevano altro per la testa. Agli interessati si possono offrire altre notizie sui papi in questione.
Papa Giovanni XIX, di nome Romano, figlio del conte Gregorio Tuscolano, fu eletto alla morte del fratello Benedetto VIII. Era console e senatore di Roma, della famiglia dei conti di Tuscolo, pertanto ancora laico. Ricevette rapidamente gli ordini sacri e tra l'aprile e il maggio del 1024 consacrato papa. Mantenne la carica di senatore e nominò console il fratello Alberico. Incoronò solennemente in san Pietro, sostenuto dalla sua famiglia tuscolana, l'imperatore Corrado II il Salico e la moglie Gisela.
L'imperatore Corrado II, decidendo una controversia insorta localmente, stabilì che nel territorio romano si dovesse applicare il diritto romano e non il longobardo. In realtà l'autorità del papa era limitata al territorio di Roma. Morì negli ultimi mesi del 1032 e fu sepolto in San Pietro. Non ha niente a che vedere con l'Abbazia delle Tre Fontane.
Papa Giovanni XXI, il portoghese Pietro Juliani, cardinale e vescovo di Tuscolo fu eletto a Viterbo, il 15 settembre 1276, dopo la morte di papa Adriano V. È noto come Pietro Ispano ma avrebbe dovuto chiamarsi Pietro Lusitano, essendo nato a Lisbona verso il 1220, da Claudio Rendina in "I Papi" appare effigiato in abito monacale, simile all'immagine di Eugenio III, cistercense, questo potrebbe spiegare la presenza della vetrata alla Tre Fontane. Era un umanista, si interessava di medicina e di scienze naturali. Dante lo pone nel Paradiso fra i teologi (XII, 134 ss.). Negli annali dei domenicani dell'epoca fu considerato un "mago". Gregorovius riferisce che lo chiamano pazzo sapiente seduto sulla cattedra santa, uomo senza scrupoli e dignità, amante delle scienze e dispregiatore del monachesimo. Insegnò medicina a Siena e fu il medico di papa Gregorio X. Preso dall'attività scientifica letteraria, non aveva alcuna esperienza degli affari curiali. Affidò la gestione della Chiesa al cardinale Giovanni Gaetano Orsini, il quale, in pratica, preparò la propria elezione al papato, cosa che avvenne nel 1277, alla morte di Giovanni, il quale fu sepolto nella cattedrale di Viterbo.
Oggi chi alza gli occhi ed ammira quelle belle figure rutilanti e imponenti e legge le didascalie non si pone dubbi sulle indicazioni che gli sono proposte. Vi assicuro invece che non sono poche le didascalie fuorvianti. A volte si tratta di disguidi, distrazioni, sviste dovute alla concitazione mentre altri casi sono conseguenti ad errori veri e propri che creano serie deviazioni dalla verità che meritano la rettifica.