Reimpostazione e riassociazione alla base di un telefono senza fili Brondi

Inserito in: mchisari@Sab, 10/06/2006 - 15:27 — modificato Dom, 11/06/2006 - 02:22

Avrei dovuto farlo prima.

Anni fa (intorno al 2000) possedevo un telefono senza fili Brondi, di basso costo e bassa qualità. L'ho usato qualche mese, poi improvvisamente un giorno... mentre stavo parlando ho sentito un forte rumore nella cornetta; riattacco, premo il tasto per prendere la linea, ma fa "bip bip bip" e non succede nulla. Provo e riprovo, niente da fare: sembra perfettamente funzionante ma non vuole saperne di comunicare con la base. La cose che mi insospettisce è che non funziona nemmeno il tasto che serve, dalla base, a far squillare il portatile. Ci penso un po', e mi ricordo della "procedura di associazione": perchè una certa "cornetta" possa parlare con una certa "base", è necessario che prima le due vengano associate, cioè si scambino un codice per riconoscersi, per impedire furti reciproci di telefonate tra chi ha lo stesso modello di telefono.

Solo che non avevo idea di come si facesse ad associare una base ad un portatile. Eppure, quando escono dalla fabbrica questa operazione la subiranno, e non deve nemmeno essere troppo complicata. Dopo aver provato sistematicamente ogni improbabile combinazione di tasti, ho capito che non era il modo giusto. Sono quindi passato a smontare la cornetta; dopo aver osservato attentamente il circuito interno, ho messo in cortocircuito... beh, non ricordo esattamente, ma, miracolo, il telefono è tornato a funzionare perfettamente.

La cosa è successa diverse altre volte, ho ripetuto la procedura e sono sempre riuscito a recuperarlo. Il telefono poi è morto per altri motivi; posso dire che mi ha insegnato che, a volte, la differenza tra un oggetto molto economico ed uno decentemente costoso può essere poco visibile a prima vista, ma molto, molto visibile dopo un po': ho comprato un ottimo telefono (e ben pagato) senza fili Siemens che si è ripagato con un servizio impeccabile per anni, e che ancora funziona perfettamente. Mai risparmiare sulle cose che si usano quotidianamente e che, quando falliscono, suscitano anche un certo desiderio di usare la mazza da baseball.

Ho pensato che fosse un modello sfortunato, e non me ne sono più preoccupato.

Pochi giorni fa, un collega si presenta con un telefono Brondi molto economico, acquistato da pochi mesi (un "Goal" per la cronaca) per una necessità lavorativa in cui obbiettivamente non si poteva fare altrimenti; improvvisamente ha smesso di funzionare. Lo provo; non impegna la linea, il pulsante di chiamata dalla base non sortisce effetto. Ci risiamo.

Cerco sul sito di Brondi il manuale; c'è, ma non spiega come associare la base. Anzi, pare che nessun manuale spieghi come associare un qualche portatile alla sua base. Cerco allora su Internet una pagina scritta da qualche anima pia che mi ricordi come si fa. Nulla. Allora, non mi rimane altro da fare che rispolverare faticosamente da un angolo della memoria nozioni che speravo di/volevo dimenticare, riapro l'oggetto, cerco di ricostruire come si facesse; identifico due piazzole, una marcata "RS" (ipotizzo che significhi: "reset") ed un'altra marcata "EM3" che però, si vede chiaramente, è il polo di massa, le metto in corto circuito. Il telefono fa un "bip"; bene. Subito dopo, non essendovi nessun altro modo di interagirvi, premo il pulsante di chiamata sulla base, che è anche l'unico presente (ovviamente il tutto va fatto con la cornetta accesa e funzionante). Il miracolo, non di San Gennaro, torna a ripetersi. Funziona di nuovo.

Avrei dovuto salvarmi una documentazione anni fa, ci avrei messo molto meno tempo. Ma chi avrebbe mai pensato che, a distanza di 6/7 anni, la Brondi commercializzasse ancora telefoni con lo stesso identico difetto, e che non fornisse ancora le istruzioni per uscire dall'impasse? E che, nonostante anni di simile sciatteria, ancora ci fosse gente che vendesse e comprasse questi prodotti? Visto poi il costo dell'apparecchio, è probabile che un riparatore suggerisca di buttarlo piuttosto che "ripararlo" (ripararlo? un reset?). Un mercato veramente fiorente; peccato solo per qualche tonnellata di rifiuti elettronici buttati...

Se avete avuto un problema simile, vi fornisco la foto del circuito con le due piazzole da cortocircuitare; una è marcata "RS", come dicevo, l'altra "EM3", ma in ogni caso è la massa, il "-" della batteria.

Interno (circuito stampato) del telefono Brondi Goal con indicazione delle piazzole da cortocircuitare

L'apertura del telefono non è difficile, bisogna svitare due viti che si trovano, ben visibili, nel comparto batterie; poi, aiutandosi con un cacciavite, sganciare pazientemente tutti i fissaggi di plastica attorno alla scocca (sono 6, due in basso e quattro sui fianchi). Per quanta attenzione ci mettiate, probabilmente finirete comunque per lasciare qualche segno sulla plastica e/o rompere un aggancio. Inoltre, al primo reset ne seguiranno inevitabilmente molti altri; se sapete brandeggiare un saldatore, vi conviene quindi piuttosto saldare un piccolo filo sulla piazzola "RS" e portarlo fuori, nel comparto batteria, in modo da poter alla bisogna collegarlo col negativo senza bisogno di smontare nuovamente il tutto. I più avventurosi potranno addirittura montare un pulsante in posizione facilmente accessibile. Mi auguro che, in questo modo, riusciate a convivere più o meno in pace col vostro telefono; il consiglio finale, comunque, è quello di evitare i telefoni Brondi da pochi euro, salvo casi di assoluta e comprovata necessità.