Il mercato mondiale

Inserito in: mchisari@Sab, 18/07/1998 - 02:17 — modificato Sab, 10/06/2006 - 16:58
Da "Micro & Personal Computer" - Novembre 1996

Il mercato mondiale

Si fa un gran parlare dell'entrare in Europa, chiedendosi se vale o no di entrare in questo grande mercato. Ma alle porte della nostra economia batte già il mondo, con la complicità di Internet. E non sono solo i grandi gruppi industriali che debbono preoccuparsene, ma tutti, fino ai piccoli negozi. Per la delizia di noi piccoli consumatori.

di Mario Chisari

L'estate passata è stata caratterizzata da piccolo giallo: l'aumento del costo dei Compact Disc musicali. C'era chi parlava di prezzi vicini alle 40.000 lire per le ultime uscite. Un aumento decisamente non giustificabile vista l'inflazione in perenne calo. La notizia mi ha fatto una certa rabbia, lo confesso; è possibile che, con il calo incredibile dei costi del supporto (oggi la realizzazione in serie di CD e CD-ROM costa intorno alle 500 lire la copia), i CD musicali non hanno fatto altro che crescere di costo da quando sono nati? Certo, concedo che forse la mia mentalità sia stata deviata dalla lunga permamenenza nel mercato dell'informatica, dove i prezzi crollano verticalmente di giorno in giorno, ma mi pare strano che i CD, frutto di una tecnologia fortemente "informatica", seguano invece tutt'altra tendenza. Sarà come sarà, ma se qualcuno del settore afferma che non è possibile vendere i CD a prezzi inferiori, mente spudoratamente. Negli Stati Uniti, dove sicuramente non si regala nulla, il costo di un CD appena uscito si aggira, come vedremo, intorno alle 20.000 lire. Per questo, ho voluto provare a verificare fino a che punto è concreta, oggi, la possibilità di acquisto in rete, ed i relativi vantaggi. Dicono che si tratta del modo di acquistare del futuro, ci sono studi serissimi che parlano di significative fette di mercato che tra qualche anno saranno coperte da Internet. Quale occasione migliore di verificare se quanto dicono risponde oggi a verità? La prima cosa da fare era trovare il "cybernegozio". Dopo una breve esplorazione ho scoperto l'esistenza di svariati "negozi di dischi" virtuali in rete che possono effettuare anche spedizioni in Italia. Elenchi abbastanza forniti sono alla pagina http://www.ro.com/ShopInternet/music.html oppure presso l'apposita sezione di Yahoo (www.yahoo.com) denominata "Business and Economy:Companies:Music:CDs, Records, and Tapes". Uno dei più vicini a noi ha per esempio sede in Svizzera, ed ha una sezione dedicata alla musica italiana (per la verità non molto sviluppata), ma purtroppo ha anche i prezzi molto vicini ai nostri... Altri negozi virtuali offrono la possibilità di vendere o comprare dischi usati, e ce ne sono perfino di dedicati ai dischi in vinile. I tre per i CD nuovi che ho trovato più forniti e concorrenziali, sono tutti ubicati negli USA, e molto simili per nomi, prezzi, nonché modalità di ricerca, spedizione e pagamento. Si chiamano CD World, CD Universe e CD Now, reperibili rispettivamente presso gli indirizzi www.cdworld.com, www.cduniverse.com e www.cdnow.com. Tutti e tre non vendono solo CD ma anche cassette, video e T-shirt. CD World offre un archivio leggermente meno ricco di informazioni, ma in compenso è particolarmente interessante per noi italiani in quanto ha ottimi prezzi per la spedizione di parecchi CD (fino a 500 grammi il costo è lo stesso). CD Now, invece, offre 145.000 articoli tra CD, cassette, video e t-shirt, con 90.000 spezzoni audio di dischi da ascoltare per scegliere i dischi voluti. CD Universe è il più grande, con 180.000 pezzi in catalogo, ed ha i migliori prezzi per la spedizione di singoli CD, come vedremo tra poco. A parte il discorso economico, ciò che rende particolarmente interessanti questo modo di fare acquisti, tanto da valere da solo l'acquisto in forma elettronica, è il catalogo elettronico su Internet. L'esempio meglio realizzato è sicuramente quello di CD Universe, anche se gli altri non restano molto indietro. Immaginate di poter ricercare un CD (od anche una cassetta o un video) per nome dell'artista, per nome del disco o per nome di un brano. Verrà visualizzato l'elenco di tutti i dischi corrispondenti, con un giudizio critico (da zero a quattro stelle). Cliccando su "Info" è possibile vedere la copertina, elencare tutti i brani contenuti, verificare la disponibilità a magazzino, e leggere una breve critica che potrà tranquillamente sostituire il classico consiglio del negoziante. Compare la dicitura del genere e della corrente musicale (la cui cui definizione è ottenibile col solito clic), e l'elenco di tutti gli esecutori che hanno suonato in quel disco; ciascun nome è in effetti a sua volta un rimando, in modo che cliccando su di esso è possibile sapere in quali altri dischi ha suonato. In questo modo gli appassionati di musica possono scoprire cose molto interessanti sui propri artisti preferiti. Ad esempio, pur avendo avuto qualche sospetto in proposito, ho avuto conferma che un personaggio come David Paich, noto come il "colossale" tastierista dei Toto, ha partecipato alla realizzazione di oltre cento dischi, con gli artisti più famosi tra cui Donald Fagen, Michael Jackson, Altri rimandi portano alla discografia dell'artista, alle sue origini (altri artisti o gruppi con cui ha suonato in precedenza), ed agli altri artisti dello stesso genere. Le "mini-critiche" sono tratte da giornali musicali statunitensi, con cui CD Universe ha stretto un accordo. Insomma una vera manna per il musicofilo: se avessi avuto questa possibilità quando avevo quattordici anni, oggi sarei diventato un critico musicale e forse non un esperto di computer... Purtroppo, trattandosi di siti statunitensi, non vi è quasi la possibilità di trovare musica italiana; quasi, ma non del tutto, poiché sono presenti dischi di Zucchero e di Pavarotti. Passiamo ora all'aspetto, ahimè, più critico: i prezzi sono veramente interessanti? Per fare una prova ho cercato i dischi più recenti dei cantanti pop più famosi del momento; ebbene, tra i CD singoli appena usciti solo pochi arrivano a superare i 13 dollari, ossia meno di 20.000 lire, e la maggior parte va tra i 12 ed i 13 dollari. I costi di spedizione di un solo CD possono scendere fino a quattro dollari e mezzo, ovvero meno di 7000 lire. A conti fatti un solo CD viene a costare meno di 27.000 lire tutto compreso; ed ordinandone più di uno alla volta si può risparmiare ulteriormente, oppure usufruire di una spedizione più veloce. A questo punto per essere veramente sicuri, non restava che sperimentare personalmente tutto l'iter. Per diventare clienti, è sufficiente registrarsi nell'archivio dando tutti i propri dati personali (ciò evita di doverli reinserire al prossimo ordine) ed il numero di carta di credito. Durante l'inserimento di questi dati personali è altamente consigliabile servirsi dell'opzione "transazione sicura", che renderà difficile l'intercettazione del vostro numero di carta di credito ad eventuali disonesti che si trovino tra voi ed il negozio virtuale; le informazioni sull'uso le trovate sul sito stesso (servitevi solo da siti che permettono questa possibilità). Una transazione sicura (anzi, ancora più sicura) è possibile inviando i propri dati personali per posta elettronica con crittazione PGP, la cui chiave pubblica è reperibile sui siti di molti cybernegozi. Effettuata la registrazione, servendosi del codice utente e della parola chiave è possibile in ogni momento sapere lo stato del proprio ordine, se già spedito oppure in attesa di un certo disco, e si può anche aggiungere altra merce ad ordini non ancora evasi. Al momendo della spedizione del pacchetto (nel nostro caso avvenuta il giorno successivo), abbiamo ricevuto una e-mail di conferma con l'indicazione dell'importo, addebitato solo al momento della spedizione. Dal momento dell'ordine alla ricezione del pacchetto sono passati esattamente undici giorni, utilizzando la più economica possibilità di spedizione. Assolutamente impeccabile, esattamente come nei nostri sogni più sfrenati sull'utilizzo delle possibilità della rete. Mi dispiace per i negozi di dischi in Italia (la colpa non è certo loro), ma come consumatore non posso che essere contento di questo piccolo aspetto della globalizzazione del mercato...

ANTEPRIME DI DISCHI VIA RETE

Gli strumenti per trovare ed acquistare i dischi, come abbiamo visto, ci sono tutti; resta sempre il problema di sceglierli, e per quello non ci sono critici che tengano: gli unici giudici restano le orecchie. Per questo è particolarmente gradita la possibilità di ascoltare almeno un "assaggio" dei dischi a cui siamo interessati. A parte il già citato negozio virtuale "CD Now", che è già una bella fonte, ci è molto gradito il sito http://previews.net. Il sito contiene un assaggio di brani di circa 30 secondi, con alcune canzoni di CD anche recentissimi e di discreta notorietà; i brani sono prelevabili sia nel tradizionale formato WAV, sia nel più efficiente RealAudio 2.0 e 3.0 - quest'ultimo si sta rapidamente affermando come riferimento su Internet -, sia in formato MPEG.

È TEMPO DI HALLOWEEN

Il 31 ottobre è tradizionalmente una ricorrenza particolarmente sentita nei paesi anglosassoni, che però comincia ad avere una certa risonanza anche da noi: Halloween, una festa di origine celtica poi diffusasi in tutto il mondo anglosassone. Come è noto, i popoli anglosassoni hanno una diverso e probabilmente più intimo rapporto con il mondo dei morti e dell'aldilà, come dimostrano le abitudini delle scampagnate nei cimiteri tenuti a prati e giardini; e sebbene questa Halloween venga vista da molti come un po' troppo "pagana", nessuno avrebbe il coraggio di abolirla o modificarla. La notte di Halloween è la notte delle streghe, degli scherzi macabri; questo da un lato porta un po' di "orrore" nella vita quotidiana, dall'altro costringe a riflettere, almeno per un po', su un mondo con cui noi popoli latini preferiamo avere meno contatti possibile. Sulla rete delle reti, in cui la rappresentanza anglosassone è senz'altro vigorosa, non sarebbe possibile non imbattersi in questo aspetto "oscuro" in prossimità della festa ad esso dedicata. Ad esempio, nei giorni passati sulla pagina d'ingresso del sito della Corel campeggiava un magnifico "Happy Halloween". Ma c'è di meglio: un sito nato appositamente per Halloween, che risponde all'indirizzo http://www.frighten.com. Esso fa uso delle tecnologie offerte dai vari "plug-in" dei navigatori come Shockwave, VDOLive, Cyberpassage e Live 3D per stupire il visitatore con "effetti speciali e colori ultravivaci" (la citazione è d'obbligo); ad esempio, grazie a Cyberpassage, il visualizzatore VRML per i siti di "realtà virtuale", potete visitare dentro e fuori la casa infestata dagli spiriti; se non disponete di nessun "plug-in" e nemmeno volete, nonostante tutto, installarlo, potete sempre accontentarvi di trovare nell'erbario un elenco delle virtù erboristiche di moltissime specie vegetali. Se volete dunque mettere alla prova il vostro navigatore pieno di estensioni multimediali di ogni tipo, avete ora una possibilità in più di sfogarvi...

UNA BARA IN SCATOLA DI MONTAGGIO

Vedendolo viene subito in mente il celebre cinico motto, emblematico del capitalismo statunitense, "perché continuare a vivere quando noi possiamo seppelirvi per 29.95 dollari?". Eh, si, perché il business delle sepolture è approdato anche su Internet, con annesso un suo pizzico di involontario umorismo - cosa dicevamo riguardo al diverso rapporto con la morte dei popoli anglosassoni? All'indirizzo http://www.volcano.net/~johnstone/caskhome.html potete acquistare i progetti per costruirvi la vostra cassa da morto personale per soli 20 dollari. Volete mettere la soddisfazione di essere seppelliti in un oggetto realizzato con le vostre mani? Sempre sullo stesso sito una piccola rassegna stampa di argomento funebre, da cui si apprendono cose che, suppongo, non sanno in molti. Tra esse, che negli Stati Uniti le casse da morto si possono anche affittare. Si, perché chi decide di farsi cremare è un peccato che debba buttare una bara elegantemente lavorata e molto costosa, e d'altronde non è bello che i partecipanti debbano seguire al funerale un feretro di scarsa qualità estetica. Così, è possibile fare l'ultimo viaggio in un vestito degno, quindi toglierselo senza essere costretti a distruggerlo... Un'altra idea allo studio è la possibilità di fare dei funerali "on-line", un aiuto per i parenti impossibilitati a recarsi sul luogo del funerale, che potrebbero partecipare via Internet osservando le immagini aggiornate in tempo reale dell'evento con una telecamera a scansione lenta, e scambiare messaggi con le persone presenti grazie ad un servente di messaggi (chat). I pareri sull'accoglienza ad una siffatta novità sono ancora controversi, ma alcune organizzazioni funebri pare stiano già valutando questo progetto. Infine, coloro che optano per un funerale con cremazione sempre negli Stati Uniti hanno già un sito di riferimento su Internet: esso è mantenuto dall'associazione che raduna i professionisti del ramo, all'indirizzo www.cremation.org, dove è anche possibile conoscere prezzi ed altre informazioni commerciali; a parte è possibile esaminare le varie opzioni per la dispersione delle ceneri; c'è una società che offre la possibilità di effettuarla dal ponte dalla baia di San Francisco, ed un'altra che si occupa di effettuarne il lancio nello spazio.

UN TENTATIVO DI TRUFFA SU INTERNET

La rete è diventata un'immagine del mondo reale; lo prova il fatto che, accanto a tanti benemeriti sconosciuti, che spendono tempo e fatica per mettere in rete informazioni gratuite per il prossimo, si accostano ad Internet personaggi non proprio adamantini. È il caso di una fantomatica Euroweb Internet Limited, che ha effettuato un'operazione al limite della legalità. Per comprendere pienamente il meccanismo sfruttato dai "venditori di fumo", occorre fare prima una piccola digressione su come vengono assegnati i nomi di dominio su Internet (vedi riquadro). Ora, la suddetta Euroweb Internet Limited ha spedito una lettera ad un certo numero di società inglesi sostenendo che esisteva qualcuno che stava cercando di registrare un sottodominio, con lo stesso nome della società presa di mira, nel dominio "great-britain.com". Per evitare questo, era necessario registrare subito il proprio dominio, sborsando 65 sterline (circa 150.000 lire). Peccato, però, che il dominio competente per il regno unito non è "great-britain.com", ma bensì ".co.uk", e per esso è competente un organismo inglese che si chiama Nominet. In altre parole, "great-britain.com" non è altro che un dominio registrato negli USA a nome di una società commerciale, alla pari di una qualunque altra società, e non certo un dominio di nazione. Non ha alcuna utilità pratica per una società inglese registrarsi come "societa.great-britain.com" quando può ben più utilmente registrarsi come "societa.co.uk". Pur non trattandosi di una vera e propria truffa punibile in termini di legge (poiché probabilmente la fantomatica Euroweb non avrà difficoltà ad effettuare la registrazione del sottodominio, che a quel punto per lei è gratuita), si tratta di un sollecito di pagamento per un servizio inutile che fa leva sull'ignoranza e sulla distrazione che esistono tra molte persone non ancora addentro alle cose di Internet. Ad ogni modo, per evitare che in Italia si verifichino episodi del genere suggeriamo a tutte le aziende che hanno intenzione di entrare in Internet di registrare il nome del dominio presso il GARR (www.nis.garr.it), l'unico gestore dei domini terminanti in ".it". E attenti a chi vi vuole vendere domini terminanti in "italia.com"...

RIQUADRO LA RISOLUZIONE DEI NOMI ED I NUMERI IP

I domini il cui nome termina con ".com", ".edu", ".org" e ".edu", come ormai qualunque navigatore "esperto" sa, sono quasi tutti corrispondenti a organizzazioni site negli agli Stati Uniti. Più esattamente, essi vengono gestiti e mantenuti da un organismo statunitense che si chiama InterNIC. Nelle altre nazioni esistono altri organismi che gestiscono altri domini; ad esempio in Italia c'è il GARR che gestisce tutti quelli che terminano in .it. Perché questo? Perché in questo modo i dati relativi a tutte le macchine del mondo possono essere distribuiti gerarchicamente e gestiti in "in loco" da tutto il mondo. Vediamo cosa succede quando fate un'operazione molto comune: aprite un collegamento con un sito WWW. Quando attivate il collegamento al sito "www.societa.it", il vostro navigatore per prima cosa interroga un DNS (Domain Name Server, servente dei nomi di dominio) per sapere a quale numero IP corrisponda tale nome (è un po' come cercare un numero sull'elenco telefonico); senza il numero IP non c'è.infatti possibilità di scambiare i dati. Il vostro DNS locale inoltra la richiesta ad un altro DNS detto "base", uno in grado di rispondere alle richieste su qualsiasi nome al mondo. Il DNS base (detto "Root Name Server") , uno tra la decina esistenti al mondo, non ha un elenco di tutti i siti del mondo, bensì utilizza la parte finale del nome per capire a chi deve rivolgersi per risolvere il nome; ad esempio, se finisce in ".it" invia una richiesta al DNS del GARR, in Italia. Il DNS del GARR ha un elenco dei solo nomi di dominio italiani, quindi più ristretto ma con informazioni più precise; guardando la seconda parte del nome, esso invia una richiesta al DNS di "societa.it" chiedendo il numero IP della macchina che si chiama "www". Quest'ultimo DNS risponde finalmente con il numero IP cercato, che torna indietro fino al vostro navigatore. Una volta ottenuto il numero IP, i pacchetti rivolti a quel numero sono instradati a destinazione con lo stesso sistema gerarchico; e, per come è strutturato il sistema, non è assolutamente obbligatorio che la macchina che corrisponde a "www.societa.it" si trovi effettivamente in Italia, poiché è il numero IP, liberamente associabile a qualsiasi nome, che indica la localizzazione "fisica" del server.