23. Il castello tra Poggio Cocola e la masseria Poira

Sul pianoro di Poggio Cocola e della masseria Poira, lo sguardo che gira l’orizzonte incontra un fabbricato ormai in rovina che in passato doveva imporsi nel panorama dell’area. Le mappe che si possono consultare su internet con il motore di ricerca Google permettono di ritrovare questo edificio e il percorso per raggiungerlo. 


Fig. 48.Resti di un edificio di imponenti dimensioni con caratteristiche di monumentalità, chiamato castello del barone o della baronessa di POIRA. Il fabbricato si incontra nei pressi di Poggio Cocola.

La diligenza dei ricercatori della Soprintendenza Archeologica di Catania, su “Pietralunga” già citata indica la direzione delle ricerche da svolgere presso l’Archivio di Stato a proposito di un feudo di cui è conservata una documentazione cartografica.

La tecnica edilizia della fabbrica, che utilizza pietre squadrate e regolarizzate, non appare antica ma successiva al periodo medioevale a conferma dell’attribuzione a un barone non meglio conosciuto. Il sistema di contrafforzare e rendere più robuste le parti più basse delle murature, nonché le feritoie verticali, visibili su alcune pareti, fanno pensare ad una costruzione di un periodo in cui erano in uso armi da fuoco. 

 

Fig. n. 49. Panoramica del cosiddetto castello.

L’edificio ovviamente non è accessibile e non risulta che finora sia stato studiato ed esplorato da nessuno.

 

Fig. n. 50 . La ritenuta grotta degli schiavi.

Altri ritiene che si tratti di una tomba a grotticella del periodo castellucciano.

Il castello, da qualcuno è ritenuto come costruito su un precedente edificio di epoca romana e vi collega l’ergastulum e cioè il luogo dove venivano rinchiusi gli schiavi alla fine della giornata di lavoro, oppure il luogo dove tenere rinchiusi gli schiavi puniti. Non risultano chiare le motivazioni alla base delle ipotesi.



Fig. n. 51.Foto di quello che sembra l’ingresso dal castello. Sul portone sembra di individuare due feritoie che potrebbero essere servite per alzare e abbassare un improbabile ponte levatoio, o una probabile robusta paratia a rinforzo e protezione del portone d’ingresso.

 

Fig. n. 52.Quella che appare come un feritoia per l’uso di armi da fuoco. Se confermata l’ipotesi sarebbe determinante per la datazione del fabbricato.

 

Fig. n. 53. La tecnica muraria dell’edificio potrebbe testimoniare un nascita dell’edificio di epoca recente.
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Fig. n. 54.Questa parte del fabbricato appare più antica, da quello che mostra la tecnica di edificazione e l’uso di pietre regolarizzate solo nella faccia a vista.

 

Fig. n. 55.La dimensione del fabbricato appare notevole. Non risultano esaminate la destinazione dei locali, né le misure dei vani. Si vede dalle foto un piano terreno e una sopraelevazione. In apparenza inaccessibile.

 

Fig. n. 56.In questa parte del fabbricato i piani in sopraelevazione potrebbero essere due.

Questa è ricerca di un dilettante che ha inteso raccogliere e presentare a curiosi e interessati, tutte le notizie disponibili che hanno attinenza con Aitna e Inessa. Può anche essere sfuggita qualcosa, ma si spera sarà perdonata l’omissione involontaria.