20. Pietralunga


Fig. n. 42: La piana del Simeto in primo piano, con un tratto del corso del fiume. In secondo piano l’abitato di Biancavilla e, in fondo il profilo caratteristico del vulcano Etna, prima che le ultime eruzioni lo modificassero sensibilmente.

Le ricerche degli archeologi sul territorio ripreso nella foto, ha trovato i segni della vita dell’uomo dal piano, dal corso del fiume Simeto alla fascia alta della vegetazione arborea che presentava utilità economica di sfruttamento agricolo, di coltivazione di piante di ogni genere e di taglio del legname, castagno, pino, quercia, ecc.

Fig. n. 43: La roccia di Pietralunga, formazione naturale che ha dato nome alla località; splendida foto che si può vedere sul sito internet di Paternò, e anche sull’ampio testo pubblicato dal motoscrittore Giovanni Vallone su internet con il titolo “Le coste di Ducezio”.

 


Fig. n. 44: La collina di Pietralunga. Sul lato destro la roccia di Pietralunga di fig. n. 43, ricovero di uccelli, con in basso i fabbricati moderni della località, l’ex allevamento di cavalli e il fiume Simeto. In alto, sopra la cresta, si vede l’abitato di Adrano e, verso destra, l’abitato di Biancavilla. L’immagine è inserita nella copertina del volume "Pietralunga"

Dietro la collina di Pietralunga si stende la zona di Poggio Cocola e della Masseria Poira con il Castello del barone o della baronessa delli Poira. Dal punto di ripresa di questa foto fig. 44 si può apprezzare la validità dell’opinione di quanti ritenevano che il luogo dove sorgeva Aitna era molto difendibile e naturalmente protetto. Ovviamente, bastava aggirare la collina, sul lato di Inessa, per trovare un pendio assai più dolce e vedere spariti la gran parte degli ostacoli.

Da Inessa era visibile e a poca distanza l’abitato di Centuripe, che si mostra in fig. n. 13.

Questo centro, fondato da qualche gruppo di Sicani al loro arrivo in Sicilia, epoca dagli antichi storici stimata intorno al 1300 a. C., fu successivamente occupato dai Siculi, e, dopo alcuni secoli, fu conquistato dai siracusani di Dionigi. La sovrapposizione di gruppi etnici si è ripetuta in numerosi centri abitati intorno all’Etna.

Più esattamente la cronologia archeologica stima la presenza umana nella valle del Simeto (Paternò) già in epoca neolitica, intorno al 3200 a. C. Potrebbero essere stati i primi gruppi di Sicani che, provenendo dalla penisola, si sono spostati lentamente fino a varcare lo stretto di Messina e si sono diffusi lungo la fascia litoranea del mare Ionio e lungo le rive dei corsi d’acqua dove potevano trovare più facilmente di che vivere.

Il Simeto offriva pesce, anguille, piccoli granchi e la facile preda degli animali che andavano a dissetarsi.

Quando arrivarono altri gruppi etnici, i siculi, i primi abitanti si dovettero ritirare nelle zone alte e dovettero difendere la posizione dai sopravvenuti, inoltre le eruzioni del vulcano scacciarono sempre più indietro le comunità.