11. La vittoria di Timoleonte

Timoleonte entra nella cittadella di Siracusa e costringe Dionisio il giovane all’esilio in Corinto, dove morì in miseria e disonore.
L’avventura di Timoleonte a Siracusa era ancora in bilico, avendo di fronte i cartaginesi di Magone e i siracusani di Iceta.
Gli storici hanno registrato le incredibili vicende che portarono alla felice conclusione delle imprese di Timoleonte e della normalizzazione della situazione in Siracusa. 

Magone diffidava dei siracusani e in occasione di un tentativo di tagliare i rifornimenti che arrivavano da Catania ai corinti, si lasciò convincere a correre con Iceta a bloccare Catania. L’allontanamento dei siracusani e dei cartaginesi non sfuggì ai corinti, i quali assalirono e saccheggiarono il campo nemico. Magone e Iceta, avvertiti, tornarono di corsa ma non salvarono le riserve. Magone decise di abbandonare la guerra e tornare a Cartagine. Qui, fu processato e condannato ma si uccise prima dell’esecuzione.
Iceta fu attaccato nelle campagne intorno a Lentini e sconfitto. 
Il progetto politico di Timoleonte si espande a macchia d’olio sostenuto dal clamore delle sue vittorie militari. 
I cartaginesi preparano la rivincita. Mettono nelle mani di due grandi generali, Asdrubale ed Amilcare, un’armata di settantamila uomini, secondo Plutarco, e sbarcano a capo Lilibeo, presso Trapani, con l’incarico di cacciare i greci dalla Sicilia. Le città greche sono nel terrore, ma Timoleonte riunisce una squadra di settemila soldati e si dirige verso Selinunte.

Nei pressi di Agrigento un migliaio di soldati si rifiutano di proseguire a causa della disparità di forze con il nemico e Timoleonte li lasciò partire con un salvacondotto per Siracusa.

Con il resto dei soldati arrivò al fiume Crimiso, oggi Belice, e qui si accampò. Il racconto della disfatta dei cartaginesi (è l’anno 344 a. C.) ha il sapore della favola, ma tale è la conclusione dell’avventura dei punici.

I tiranni delle città siciliane, da Catania (Mamerco) a Messina (Ippone), da Lentini (Iceta), a Centuripe (Nicodemos) furono spazzati via. Da Agira fuggì Apollonio.

In Aitna, intorno all’anno 340 a. C., furono spenti i Campani. 

Timoleonte aveva avuto, ovviamente, importanti risorse economiche alla partenza da Corinto. Il suo argento, sull’onda delle azioni militari vittoriose, conquista l’economia dell’area della Sicilia orientale.