6. Ducezio a capo dei Siculi

Nell’anno 461 a.C. Ducezio si pose e capo dei Siculi, sollevò i catanesi deportati, li guidò al recupero della città dalla quale erano stati cacciati e sconfisse i siracusani occupanti e i nuovi insediati provenienti dal Peloponneso. 
La città di Catania riprese il precedente nome (Katane) e i vecchi abitanti greci calcidesi rioccuparono le proprietà che erano stati costretti ad abbandonare quasi quindici anni prima.
Si diffuse nella Sicilia orientale un movimento politico, che mirava a far rientrare nelle zone di origine i gruppi di cittadini esiliati ed espropriati di diritti politici e di proprietà. L’obiettivo di Ducezio era di rimettere i Siculi nelle posizioni politiche ed economiche dalle quali erano stati scacciati dai siracusani negli ultimi anni. 

Il periodo di splendore di Ducezio, il quale s’impadronì di Noto, sua città natale, di Mineo, di Morgantina e di Lentini, di Inessa e della nuova Aitna nonché di altri centri, attaccò gli agrigentini e conquistò uno dei loro luoghi fortificati Motio – da non confondere con Motia- e successivamente si scontrò con i siracusani di Bolcone, e li sconfisse nei pressi di Mineo, non ebbe lunga durata.
Nel 458 la sua avventura si concluse con una grave sconfitta, nella località di NOMAI, nei pressi di Licodia Eubea, così Ducezio, abbandonato da amici e sostenitori, si presentò ai siracusani a chiedere perdono e fu esiliato a Corinto.
Da Corinto, dopo alcuni anni di esilio, Ducezio si riscosse, affermò di aver ricevuto un oracolo che gli ordinava di tornare in Sicilia e fondare un città sulla riva del mare Tirreno. Convinse alcune famiglie con le quali riprese il mare, nel tempo dell’LXXXV olimpiade e sbarcò sulla costa tra Messina e Palermo. Qui fu raggiunti dai nostalgici siculi e fondò Calatta, oggi conosciuta come Caronia. Poco dopo Ducezio morì per cause naturali.

Dionigi I, quando riconquista il potere e i territori a sud dell’Etna, conferma a Catania il nome di Aitna. Con questo nome Catania si sviluppa e cresce economicamente e politicamente lasciando significative tracce della sua vita sociale.