Una costante, spesso sgradita, di qualsiasi condizionatore o pompa di calore, è la suddivisione in due blocchi, quello interno (da mettere in casa) e quello esterno (da mettere fuori dalla finestra, in balcone, o comunque fuori). In alcuni condizionatori "monoblocco" non c'è unità esterna, ma esiste comunque un tubo che soffia aria calda, sempre verso l'esterno (se la soffiasse verso l'interno il risultato netto sarebbe di scaldare l'ambiente, non di raffreddarlo).
Prima o poi tutti si domandano perchè è necessario questo "cordone ombelicale" verso il "fuori", quando invece per riscaldarsi non ce n'è bisogno. Infatti, l'unità esterna comporta buchi nel muro, nella finestra, o comunque la necessità di lasciare una grossa fessura in un serramento attraverso la quale passa un'analogamente grossa quantità di aria alla temperatura sbagliata...
A volte, poi, ho sentito parlare di "condizionatori senza unità esterna", presentati come una grandiosa novità tecnologica. Non può che trattarsi di una bufala: il condizionatore/pompa di calore è a tutti gli effetti una "macchina termica", ossia una macchina che lavora trasferendo calore fra due ambienti a temperatura diversa. Se non esistesse un "fuori" con cui scambiare calore rispetto al "dentro", la PdC non avrebbe nulla con cui funzionare, così come noi non potremmo camminare se non esistesse un pavimento.
Apparentemente questo è un controsenso; certo, se usiamo una pompa di calore sfruttiamo il "magico" effetto di spostare calore dall'esterno all'interno, risparmiando molta energia elettrica; però, se non si pretende questo risparmio, un buon termosifone elettrico scalda e costa poco (la bolletta, poi, è un altro paio di maniche...). Perchè non è possibile fare lo stesso quando si vuole rinfrescarsi?
Il problema risiede nella natura "perversa" di quella particolare forma di energia che è il calore. Vedetela così: un condizionatore assorbe calore - cioè energia - dall'interno di casa, e corrente - cioè altra energia - dalla rete elettrica; energia e materia - ci insegna Einstein - non si creano e non si distruggono; dove dovrebbe quindi andare a finire questa energia prelevata da due fonti diverse? Per l'appunto: fuori, attraverso l'unità esterna.
Ci sarebbe solo un modo di sovvertire questa inflessibile legge della fisica: il condizionatore dovrebbe "aspirare" calore dall'aria dell'ambiente e buttarlo, sotto forma di energia elettrica, sulla rete; in questo caso non consumerebbe, ma produrrebbe corrente! Se qualcuno riuscisse a costruire un simile condizionatore, oltre ad aver vinto il premio Nobel più meritato della storia, avrebbe risolto tutti i problemi energetici e di inquinamento dell'umanità; putroppo, avrebbe anche violato una delle leggi fondamentali della fisica (il famoso "terzo principio della termodinamica"), e di conseguenza è estremamente improbabile che ci riesca.
Se invece il condizionatore usasse energia elettrica per sottrarre calore e farlo sparire nel nulla, sarebbe violato uno dei primi due principi della termodinamica. A questo punto tutto sarebbe possibile: per esempio, fare un "tubo di scarico" cieco da montare sotto il lavandino, in cui butti l'acqua sporca e da cui non esce nulla!
Conclusione: non può esistere, nè potrà mai, un condizionatore "senza unità esterna". Se qualcuno ve lo propone, mente spudoratamente. È possibile però ottenere un effetto simile con un deumidificatore: eliminando l'umidità dall'aria, la temperatura "percepita" si abbassa, ed apparentemente fa più fresco; ma è un effetto apparente: termometro alla mano, pur stando meglio vi accorgereste che la temperatura è salita! Per carità, nulla contro i deumidificatori (funzionano veramente), ma sono oggetti diversi dai condizionatori!
Corollario: evitate i condizionatori monoblocco, quelli col tubo che getta aria calda da mettere fuori dalla finestra (il famoso "Pinguino"); sì, rinfrescano, ma l'aria che buttano fuori casa da qualche parte deve pur rientrare; se lasciate la finestra semiaperta, la maggior parte rientra proprio dall'esterno surriscaldato, vanificando in gran parte l'effetto del condizionatore. Meglio, decisamente meglio uno split portatile, la cui unità esterna può essere posta del tutto fuori casa; se proprio è impossibile chiudere completamente la porta o la finestra, evitate almeno che l'unità esterna aspiri aria dall'interno (ponendola ad esempio sul davanzale), per evitare di ricreare la situazione "Pinguino". Isolate il più possibile il "dentro" dal "fuori", e fate in modo che i flussi d'aria dell'unità interna e quella esterna si incontrino il meno possibile. La differenza sarà nettamente percepibile.
In questo tenete presente che quasi tutti i condizionatori split portatili hanno le due unità collegate da un tubo non staccabile; quindi: passate dalla finestra una delle due unità (se avete le grate alle finestre è un problema!), quindi chiudete la porta o finestra il meglio possibile, cercando magari di sigillare la fessura rimanente. Esistono condizionatori che hanno il tubo staccabile; suppongo che questo comporti una piccola perdita di fluido refrigerante ad ogni stacco/riattacco, con necessità di ricarica periodica e costo ovviamente maggiore. In certi casi, però, è l'unica soluzione seria possibile.